Tra le molteplici “ideazioni” confluite nella creazione dell’Universo, quella del tempo ha consentito che le cose non dovessero avvenire tutte assieme, ma potessero svolgersi anche in successione. Ma è solo questa la funzione del tempo? No di certo. L’umanità è passata dalla venerazione del Sole a quella, più addomesticata, dell’orologio, seguendo, nell’avvicendarsi dei secoli, le possibilità, le diversità e i limiti del proprio modo di sentire e di ragionare. Sul tempo ci si è infine accordati, riducendolo a un “dato di fatto”. E certamente il tempo lo è un dato di fatto, ma entro una gamma di svariate espressioni che coinvolgono gli uomini e gli altri esseri nella loro più profonda interiorità, oltre che nello spettacolo del mondo. Pur essendo inumano, il tempo consente all’uomo di decidere se essere o meno un modello di “umanità”. La temporalità si mantiene presente e disponibile, ma intanto trascina con sé ogni cosa e la consuma, nel mentre l’uomo ne spezzetta l’idea in millesimi, senza riuscire a comprenderne l’essenza. Questa indagine sulla natura del tempo – svolta anch’essa nel tempo e grazie al tempo – ne scruta i vari aspetti, sviluppando riflessioni a tutto campo, secondo diverse prospettive epocali, culturali e scientifiche; di sensibilità soggettiva e di ricerca. È un osservatorio e insieme un laboratorio di idee in transito. Non c’è peggiore arroganza della pretesa di aver raggiunto una conoscenza certa sulla natura del tempo, così come non c’è niente di più affascinante della ricerca, volta a comprendere, per quanto possibile, il modello sotteso all’esistenza, quello in cui il tempo rintraccia nell’essere il divenire. Il tempo è puro divenire: il passato è prodotto dal futuro con la mediazione del presente. Con ogni probabilità, la ricerca non avrà mai fine, ma consentirà pur sempre di mantenere viva quell’introspezione e quell’immedesimazione di cui l’umanità ha fortemente bisogno per mantenersi tale.