Appartengono alla generazione nata nel pieno del boom economico. Provengono da famiglie della piccola/media borghesia milanese. Sono impermeabili ad ogni tipo di condizionamento. Hanno vissuto i mitici anni sessanta e la contestazione giovanile in modo un po’ diverso da molti loro coetanei. Mentre migliaia di ragazzi sfilavano per le vie della città manifestando contro la guerra in Vietnam inneggiando a Lenin, Mao e Ho Chi Min, loro erano nei bar a giocare a carte o a biliardo. Non perché fossero contrari o schierati politicamente in senso opposto, semplicemente perché non erano interessati al problema. I loro miti erano i Beatles e Mick Jagger con il loro stile di vita trasgressivo e rivoluzionario sì, ma ben diverso da quello di Che Guevara. Il loro sogno era quello di diventare Rock Star, non certo sindacalisti. Inutile dire che negli anni della “Milano da Bere” sono lo stereotipo dello Yuppie rampante con tre interessi nella vita: le auto, i soldi e le donne. Saranno quaranta pistole Astra 43 di fabbricazione spagnola a catapultarli in una guerra tra servizi segreti e a sconvolgere la loro vita da eterni Peter Pan.